In una serata in cui succede davvero di tutto, come personaggi vestiti da sub che attraversano il campo da gioco, Steo Dimita si trasforma in Chiesa ed emula le gesta del supercampione Viola, messe in mostra poche “mezz’ore” prima al Franchi, nel 7-1 di coppa Italia alla Roma, e trascina i Giardini di via Locchi alla più importante (almeno fino ad ora…) vittoria in campionato. L’ottava affermazione consecutiva nel torneo infatti, vede i nostri andare sotto, rimontare ed infine sorpassare, la capolista Dram Drum, in un tripudio di grandi giocate e ritmi forsennati, soprattutto appunto dettati dall’estro innato del numero 34. L’avvincente 4-3 finale, permette ai nostri di difendere il terzo posto in solitaria (la seconda piazza emersa la settimana scorsa era purtroppo dovuta ad un’errata corrige dello CSEN), ma soprattutto di avvicinarsi a soli due punti dalla vetta… ora lì… ad un tiro di schioppo… I Giardini si presentano nel poco fortunato impianto Sales con assenze pesantissime… Oltre a Frosini, mancano infatti il prestigiatore Bandini e addirittura il metronomo capitan Maschio. La squadra che scende in campo all’inizio è forse la meno esperta schierabile in questo torneo… Basti pensare ai numeri di maglia 54, 55, 63 e 64, che accompagnano la 26 di Lamioni… Forse non proprio una scelta felicissima contro un’avversaria così datata… Lo ricordiamo, il Dram Drum è stato fondato nel 1999, soltanto tre anni dopo i Giardini… Il calcetto lo conoscono insomma… Una goffa incomprensione tra il Gallo Bottai ed il Chino Pellegrini, favorisce il vantaggio rivale, quasi immediato, e la gara si fa subito in salita per i nostri, che comunque non subiscono la manovra avversaria, anzi vantano più occasioni dei rivali nel primo tempo. Sbaglia un paio di occasioni d’oro il distratto Sinameta di serata, poi sfiora due volte la rete, con due rapaci incursioni, il neo-entrato veterano Zatteri. La più clamorosa è certo la palla-goal che Dimita si inventa dal niente, ma il pallone sfila di poco a lato… Nonostante la grande mole offensiva dei nostri, è il Dram Drum a trovare nuovamente la via del goal… Nel reparto difensivo Gvl saltano improvvisamente le marcature e i sornioni ed espertissimi rivali raddoppiano il vantaggio. Per i Giardini si fa sempre più dura… Una bordata da fuori del Chino Pellegrini, trova preparatissimo il forte portiere rivale… Poco prima del finale di frazione, due i fatti di cronaca da rilevare… Il loro dirigente presentatosi vestito da sub (forse perché preoccupato per il meteo…), viene di fatto espulso dal campo, dopo una vivace aggressione verbale diretta all’arbitro… Una notizia poco rilevante in verità… Quella che rischia di compromettere ancor di più la difficile gara Gvl, è l’abbandono di Lamioni, che, chiamato da casa dalla bomberessa sul finire della sua dolce attesa, si fionda logicamente a dar man forte… Pare si sia trattato di un falso allarme… Lui comunque, eroe a prescindere, anche solo per l’essersi presentato al campo, col lieto evento così alle porte. Proprio sul gong di frazione, nel momento più difficile, Sinameta si dà una svegliata e pesca Steo Dimita in mezzo con un super-assist. Il numero 34, con un tocco velenosissimo, calibrato al millimetro, pesca il 120esimo goal personale con la maglia dei Giardini e riapre la disputa… Proprio il numero 34, nella pausa, vista la contemporanea assenza di capitan Maschio e Lamioni ed il defilarsi di un acciaccato Zatteri, si carica sulle spalle la squadra e con grande responsabilità, pone le basi della strategia d’assalto per la ripresa, piazzandosi dal primo minuto al centro dell’attacco e dettando ogni singolo movimento della manovra giardiniana. I Giardini partono fortissimo, ma incocciano ben due volte sul legno, prima con Sinameta, poi proprio con Dimita. Proprio dal rimbalzo del secondo palo, nasce la sciagurata azione in cui il Chino Pellegrini, dopo un immenso recupero difensivo, pasticcia nella propria area regalando di fatto il 3-1 al Dram Drum… Una batosta davvero inattesa… I Giardini provano a reagire, ma i rivali chiudono benissimo ogni spazio e la storia si fa davvero dura… A riaprire nuovamente la disputa non può pensarci che lui… Steo Dimita… Il numero 34 raccoglie alla perfezione un lancio sontuoso di Pellegrini dalle retrovie, s’invola verso il portiere rivale appunto alla Chiesa, e come l’asso della Fiorentina lo supera con un deliziosissimo scavetto… Il 2-3 arriva a dieci minuti dal termine e i Giardini ritrovano la necessaria fiducia per crederci… Passano tre minuti e l’inesauribile Sborgi inventa una giocata davvero d’elite per liberare al tiro l’anarchico Bottai, che per una volta si avventa sul pallone con intelligenza, lo controlla e trafigge il portiere rivale con un bolide sotto la traversa: 3-3. Gli avversari sembrano stanchi, impensieriscono il giusto Byku, sembrano più interessati a non prenderle che a tornare in vantaggio… E’ in questo clima che i Giardini imbastiscono il miglior calcetto del match, fatto di continui affondi, alcuni davvero molto rischiosi in verità. Su una super-percussione del duo Sborgi-Sinameta, sulla quale gli avversari si lamentano per un intervento al limite non giudicato fallo dall’arbitro, Steo Dimita si avventa come un falco sulla ribattuta e scaraventa in rete il punto del preziosissimo 4-3, sua personale tripletta… Volano le proteste, volano i cartellini, ma i Giardini non perdono la testa… Mancano due minuti, che poi diventano otto, visti i 6 minuti di recupero davvero ingiustificati assegnati dall’arbitro… Il rischio più alto i Giardini lo corrono quando il Dram Drum ottiene un pericoloso tiro libero, affidato al loro bomber Fiaschi, sparato però malamente alto… Il triplice fischio è davvero una liberazione! Bello vincere così… In rimonta, contro la prima della classe, al termine di un bellissimo match… E per i Viola tra i Giardini, visti i risultati di Coppa Italia (l’ormai famoso 7-1, e lo 0-3 subito dalla Juve), trattasi di giornata di goduria pallonara davvero impareggiabile…