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Le origini

 

 

LE ORIGINI…

I Giardini di via Locchi, si trovano nel quartiere di Rifredi-Le Panche, vicino alla zona ospedaliera di Careggi, a Firenze. Via Vittorio Locchi, è una strada da sempre piena di vita, e piena di quelle semplici botteghe che subiscono tristemente, in questi anni, l’avvento dell’era dei supermercati. Questa via però conserva sempre un fascino particolare, soprattutto per chi la frequenta da una vita. In fondo alla strada, in direzione Careggi, sulla sinistra, sono situati i Giardini in questione: ci sono vasti prati, storiche panchine, ai quali si sono aggiunti, purtroppo recentemente, degli idioti giochi per bambini che riducono notevolmente lo spazio, impedendo alle nuove generazioni di giocare a pallone.Da quando avevano la tenera età di 5-6 anni Duccio Maschio, Riccardo Zatteri, Alessandro Manetti, Gino Cadetto, Stefano Faggi circondati dai loro numerosi amici di infanzia, hanno popolato questo spazio verde ristretto. Le amicizie col tempo sono cambiate, anche se i primi quattro sono sempre rimasti, così come il giardino ha visto passare decine di bambini, poi ragazzi, differenti; certamente negli anni ’90, si è venuto a instaurare un gruppo molto affiatato, che ha imparato a crescere insieme. E’ arrivato il piccolo Federico Feroci, introverso, ma imprevedibile, Alessandro Berchicci, per tutti l’amico delle confidenze; è spuntata la buffa faccia dell’Argante, la figura intramontabile di Giandomenico Comensoli. Ogni mese si aggiungeva un frequentatore nuovo di questo giardino che apparentemente non aveva nulla, ma che era invece pregno per tutti di significati infiniti. Esso era, è, e sarà sempre, il punto di ritrovo di questa compagnia, una compagnia abitudinaria, monotona, a volte noiosa, ma fatta di amici veri, come poche altre al mondo, una compagnia con tanti assi nella manica, utilizzati sempre nel momento più imprevedibile, una compagnia dove ci si annoia e ci si lamenta sempre , ma non si fa altro che ricordare grandi momenti vissuti insieme nel passato, quindi una compagnia viva e vegeta che, anche se non sembra, scrive ogni settimana la sua storia nelle mente in modo indelebile e intramontabile.In questi mitici giardini, sono state organizzate tutte le avventure della combriccola, alcune incredibili. Da qui sono partite le più assurde spedizioni, le gite più avventurose, come visite di manicomi abbandonati o di ville stile transilvania. In questi prati per un decennio si sono giocate vere partite di pallone, come non si usa più oggi, andando più volte contro anche alla polizia. Da qui sono partite le zingarate adolescenziali, i giochi sguaiati e pericolosi che solo da ragazzi si ha il coraggio di fare; su questi prati si affacciava il balcone del mitico DOC, papà di Gabriele Albertini, e in quella casa ne sono state combinate di tutti i colori: sono stati girati filmini amatoriali, si sono viste insieme le partite più importanti della nostra infanzia e i film più belli di Stanley Kubrick. In questo giardino sono stati fatti i famosi “processi” dal giudice Riccardo Zatteri e dal P.M. Gino Cadetto, fatti in nome dell’amicizia, ma in realtà di una crudeltà spaventosa, capace di prodursi solo in un gruppo di ragazzi incoscienti. Ma solo qui, esclusivamente qui, ognuno di noi ha trovato la giusta serenità, riuscendo a dimenticare i problemi, vivendo alla giornata, con il solo scopo di divertirsi, anche, soprattutto alla spalle di chi non la pensava così. Intorno a Stefano Senesi, Swan il capoguerra, si riuniva una mandria di teppistelli che presto si sono fatti conoscere in tutto il quartiere. Qui aveva il covo questo piccolo gruppo “malavitoso” che raramente ha combinato fatti gravi, ma che ha fatto ogni giorno parlare di sé. Le altre compagnie potevano essere più forti, più ricche, più belle e numerose, ma questa era senza dubbio la più unita. Lo dimostra il fatto che viva ancora oggi uno dei suoi periodi migliori; ovviamente i giochi e i tempi sono cambiati, così come sono cambiati gli interressi del gruppo, sono arrivate le responsabilità. Per essere felici oggi non basta più correre dietro ad un pallone, sono ben altri i canoni della vita adulta. Ma ciò non impedisce alla vecchia congrega di “bischeri” di continuare a riunirsi, in nome dei vecchi tempi. Le serate sono sempre più malinconiche e segnano il passare degli anni, ma non per questo sono meno divertenti. Le fidanzatine, sono subentrate alle figurine dei calciatori e dei lottatori del wrestling, le macchine ai vecchi motorini scassati delle gare giovanili, le serate nei pub, stile vegliardi chiacchieroni, alle camminate infinite nei boschi di Monterivecchi e Cercina, il classico”ci vediamo alle 4 al giardino”, è divenuto “ci vediamo alle 10”. Le spedizioni pazze con il fucile dei GhostBusters, sono state rimpiazzate da settimane bianche organizzate fra amici, o capodanni in splendide capitali europee, weekend insieme al mare, o più, in generale, compleanni festeggiati fuori città. La vita cambia, in meglio, spesso in peggio, ma il gruppo resta unito, complice un’ intesa ormai collaudata e inossidabile. La “mandria” che un tempo faceva vere e proprie spedizioni “politiche”, continua a pranzare insieme a Castagno d’Andrea, riempendosi, come da giovani, fino al vomito, a cenare al Vecchio Ranch di Monte Morello, a divorare le paste calde a Sesto o a Prato, fino a tarda notte. Le idee pazze nate in questi giardini sono spesso rimaste idee da sognatori, anche se molte sono le imprese avveratesi. Sono sorti gruppi musicali di ogni genere, come i WaterPlump, i Dead-Lock, i Noize, che hanno avuto un successo rilevante nella zona, se pur per breve tempo; si sono susseguite stagioni mozzafiato di Fantacalcio, sempre sentitissime, così come numerosissime sono state le trasferte al seguito della grande Fiorentina. Anche chi da anni non è più nel gruppo, è rimasto nel cuore di tutti, proprio per tutte queste avventure vissute insieme. Come ogni compagnia ci sono stati duri momenti, spaccature, problemi con la droga, con l’alcool, con la legge: il 90% dei quali fortunatamente a lieto fine. L’elemento positivo che ha tenuto sempre unito il fulcro centrale del gruppo, è proprpio il ricordo dei bei tempi insieme, e mai dei brutti episodi.Ma il segreto dell’unione così assidua e perpetua è anche un altro, l’unica avventura pensata e iniziata ai Giardini e mai terminata, un’avventura non meno pazza delle altre, ma più concreta, in grado di tenere unito nel tempo tutto il gruppo: la squadra di calcio dei Giardini di via Locchi. Riccardo e Federico, grandi intenditori nel ramo, per anni ne hanno auspicato la fondazione. I due riuscirono solo nel 1995, ad organizzare degli allenamenti nei vicini campi sportivi della Madonnina del Grappa, fra l’entusiasmo generale. La squadra di calcio nacque, radunando tutta la compagnia, anche chi di pallone non ci capiva niente, in nome dell’amicizia e del divertimento. Ma dopo un po’ di allenamenti il nuovo team iniziava a richiedere di potersi cimentare in una partita vera. La squadra si chiamò “Rifredi Island” in nome dei ragazzi di Connie Island del film “I guerrieri della notte”, per tutti, il film della nostra vita. Un triangolare vinto ai rigori ai campini di Grassina, fu il trampolino di lancio, ma la prima vera partita a 11 fu giocata a Brozzi. Un saluto particolare va a tutti coloro che vi parteciparono e che ora sono fuori dal giro e non vengono nominati altrove in questo sito, ma hanno tutto il diritto di essere ricordati. La mitica prima formazione ufficiale vedeva: Manetti in porta, davanti a lui, libero, capitan Faggi, i terzini erano Berchicci a destra e Falconi a sinistra, con Matteo Vidoni in posizione di stopper. Quest’ultimo è uno degli elementi che si è in seguito staccato dal gruppo, così come l’ala sinistra Gabriele Albertini, uno degli storici membri della compagnia, l’ala destra Tacconi e il fantasista trequartista Cicalini. Il regista di centrocampo era Marsilio Cuccuru e le due punte erano Federico Feroci e Riccardo Zatteri. In panchina oltre al difensorone Baciocchi, c’erano altri tre elementi che hanno abbandonato poi la comitiva: il portiere di riserva Andrea Vidoni, Massimiliano Carrai e Patrizio Borgogni. Questo storico incontro finì 9 a 2 per i Rifredi Island, Zatteri segnò una splendida tripletta, con un goal di rapina, uno bellissimo di testa, e un capolavoro in semirovesciata volante da fuori area. Feroci, Cicalini e Faggi andarono in doppietta, Manetti fece i miracoli, il gruppo era affiatatissimo, in panchina siedevano Maschio e Comensoli infortunati, ma uniti nell’entusiasmo a tutta la squadra. La fotografia in basso a sinistra nella home page è il documento ufficiale che testimonia quella splendida impresa. Il Rifredi Island però scese in campo solo un’altra volta, l’anno dopo contro il Gruppo Sportivo Opera del Duomo, pareggiando una partita sicuramente meno bella della precedente. Nell’occasione si unirono al gruppo già numeroso, Lazzerini Stefano e Bartolini Samuele . Uno dei motivi del fallimento della squadra a 11, fu proprio l’aver esteso la rosa a troppi giocatori, neanche tutti vicini al gruppo, tutti con richieste esplicite da fare. Ma il motivo principale fu la difficoltà che Feroci e Zatteri avevano nel gestire una squadra di calcio essendo così giovani e soprattutto nell’organizzare le partite chiamando ogni volta in causa ben 22 elementi. Sembrava molto più facile poter tentare la carta del calcetto, un mondo totalmente differente, ma ugualmente divertente e più approdabile.La vera squadra dei Giardini di via Locchi, ci mise più di un anno a sorgere, ma finalmente, a fine 1996, le nuove maglie rosa-nero, dalle grandi ambizioni, esordirono in amichevole contro il “Bar il Ristoro” dando inizio ad una storia infinita di passioni ed emozioni. L ‘antica compagnia del giardino aveva finalmente trovato un interesse comune in grado di unire tutti i suoi elementi, proprio quando la loro età matura e le loro prime responsabilità da piccoli adulti rischiavano di allontanarli dal gruppo. Grazie ragazzi e soprattutto GRAZIE GIARDINI DI VIA LOCCHI, con la speranza viva che l’avventura duri davvero fino a quando non avremo tutti qualche nipotino da accudire.

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